Io mi sono svegliata, e tu?

Ho appena letto un post dal titolo “Amore e Dipendenza”. Mi ha toccata particolarmente da vicino.

Molti anni fa, ho avuto una relazione di cinque anni, con un ragazzo che mi ha tolto più di quanto sia riuscito a darmi. Gli ho permesso di togliermi l’entusiasmo, la mia autostima e di modificare attivamente la mia personalità. Mi sono annullata e donata a lui come un foglio bianco e ho permesso che lui mi scrivesse nel modo che più gli piaceva. E in base ai suoi desideri mi modellavo per essere la donna perfetta. E funzionava. Lui mi amava e io ero felice. Quello che più mi importava era non perderlo. E per non perdere lui avevo accettato di perdere me stessa.

La prima volta che mi disse che la mia maglietta era troppo scollata, ne fui felice! Nella mia testa si formò l’assurdo pensiero che lo stesse dicendo perché provava qualcosa per me. Non la indossai più. Fu il primo di una lunga serie di sbagli, perché non indossare più quella maglia aveva dato a lui un potere ed una certezza! Il potere di decidere per me e la certezza che io l’avrei accettato.

Allora divenne molto più frequente che lamentasse un vestito troppo corto, una tuta troppo aderente, un rossetto troppo volgare…

Ma cos’era cambiare un vestito o un rossetto paragonato al nostro amore?

Allora via tutto. Ma i vestiti, i trucchi, non erano l’unica cosa che non andava bene!

C’erano quelle amiche, che uscivano senza fidanzati e rimanevano fuori casa fino a notte fonda, che era meglio non frequentare! Ma tanto io volevo stare tutto il mio tempo con lui. Era dolce no che si preoccupasse per me? E c’erano anche quelli amici maschi, che io, ingenua non potevo capire come funziona la mente di un uomo! Forse erano amici ai miei occhi, lui mi credeva! Ma io dovevo credere a lui se mi diceva che in realtà volevano “altro”. Dovevo credergli, lo diceva perché mi amava. Un uomo non è amico di una donna se non se la vuole portare a letto!

Io non gli credevo, ma se potevo evitare per farlo stare più tranquillo…ma che mi costava?

In quei cinque anni ho scoperto che esistono mille e mille cose che una donna, per essere una donna per bene, deve fare! E io non volevo essere una donna per bene?

Non era colpa del mio fidanzato se a casa mia, le regole, non me le avavano mai date! Mia madre viaggiava senza mio padre, mia sorella era una donna forte ed indipendente, per non parlare delle zie e delle cugine. Dio, quanto mi fece vergognare di loro! Con una famiglia così, ovvio che io pensassi di potermi vestire come voglio, di avere amici uomini e cose assurde come uscire con la mia macchina la sera…

E c’era sempre qualcosa di nuovo da imparare. Avevo per esempio creduto che lui si potesse fidare almeno dei SUOI amici! Ma mi ero sbagliata! Anche i suoi amici erano maschi!

Ma un giorno io mi sono svegliata. E ho avuto paura. La mia famiglia mi avrebbe perdonata per averli allontanati, gli amici sarebbero stati ancora disposti ad essere amici? Non avevo altri che lui, e lui non lo volevo più.

Avevo iniziato a sentire la mia mancanza, e la sua presenza non era abbastanza a riempire il vuoto che si era creato.

Ho iniziato a cercarmi e più trovavo la me che mi piaceva, più perdevo lui.

Non potevamo esserci entrambi, capite? Potevo esistere solo appartenendo a lui, ma non esistere camminando al suo fianco.

È stato un processo lungo e doloroso scoprirmi e ricostruirmi. Affermarmi, far sentire la mia voce. E alla fine sono rinata dalle ceneri, come una fenice!

Per anni avevo creduto che lui fosse il mio grande amore!

Poi una mattina ti svegli e ti rendi conto che non solo non è il grande amore, ma che non è amore affatto.

La violenza su una donna non si misura solo dai lividi sul corpo, ma anche dalle cicatrici dell’anima.

È violenza quando lui vuole decidere per te.

È violenza quando ti fa sentire una nullità.

È violenza quando ti toglie la libertà.

Ricordiamoci che la gelosia non è amore, e che l’indipendenza è la cosa più preziosa che abbiamo! Io me lo ricordo ogni giorno, e non sbaglierò più!