Nel post dedicato a Teodoro, ho menzionato il fatto che mia madre mi avesse sempre detto che se avessi portato un animale in casa, avrebbe cacciato sia lui che me, e come effettivamente avesse mantenuto la promessa.
Bene, da quel giorno sono cambiate molte cose!
La presenza, se pur breve, di Teo in casa dei miei genitori, ha convinto mia madre di tre cose fondamentali:
1. I gatti sono animali puliti.
E tutto ciò che è pulito va molto d’accordo con mia madre.
2. I gatti sono capaci di farti sentire molto amato.
3. Lei è capace di amare un gatto.
Queste tre convinzioni hanno portato all’adozione di Alvin. Un cucciolotto bianco e nero, sempre affamato e fin troppo vivace!

Prima di Alvin (cui scelta del nome è carina e un giorno ve la racconterò), avevo trovato in strada un altro cucciolo di gatto, che piangendo disperato mi aveva implorata di portarlo a casa! Così mi ero trovata con un gatto di troppo, che alla fine è andato a vivere da mia sorella e mio cognato. Il piccolo Albus.

Ora, perché vi dico tutto questo?
Perché i miei genitori sono partiti con mia sorella e suo marito. Tutti insieme appassionatamente, ieri hanno preso un volo per Milano, lasciandomi qui a Lecce sola, con tre case e tre gatti!
Fino al loro ritorno dunque, la mia vita sarà scandita da “metti croccanti, cambia acqua pulisci lettiera e cambia casa” ( mi sento molto karate kid, “metti la cera, togli la cera”), il tutto ovviamente due volte al giorno per tre volte! Potrei creare intorno a questa storia un problema di matematica per bambini, del tipo: Se Martina ha tre gatti e ogni gatto vive in una casa diversa e Martina deve dare da mangiare, bere, pulire le loro lettiere due volte al giorno, quante volte Martina si mette in macchina per cambiare casa?
Ma insomma va bene! Mamma dice che ho portato io tutti questi gatti in famiglia ed è giusto che me ne prenda gli effetti collaterali, io dico che questo è vivere in una famiglia! Ci si prende cura l’uno dell’altro, e se bisogna sostituirsi nei ruoli quando ce n’è bisogno si fa…


