Lo Sprogramma

Ieri avevo fatto dei programmi per la giornata. Dal mattino fino alla sera. Avrei pulito la mia stanza e il bagno non appena sveglia, poi pranzato dai miei genitori, appuntamento con lo shampoo e alle 17:00 lezione di improvvisazione teatrale. Per rimanere però coerente a me stessa, non ho fatto quasi nulla di quello che avevo deciso di fare.

Per prima cosa la sveglia non ha suonato, quasi sicuramente perché ieri sera prima di addormentarmi non ho messo una sveglia! Il programma poteva essere ancora rispettato, ma la mia amica G. ha proposto un caffè al mare!

Ci tengo a dire che noi leccesi siamo geneticamente attratti dal mare, e rifiutare una proposta simile sarebbe contro natura, soprattutto se come oggi, il sole splende e il termostato segna 20 gradi.

Così niente stanza pulita e niente pranzo a casa dei miei! Teoricamente per il pranzo ce l’avrei potuta fare, ma a causa del fattore “mamma”, che ci vuole tutti a tavola entro le 13:00, ho deciso di annullare per non nutrire la mia ansia.

Mentre passeggiavo sotto il sole con i miei amici, ho pensato che, nel pomeriggio, avrei potuto annullare l’appuntamento shampoo e rispettare perlomeno l’impegno di pulire il bagno! Ovviamente non è successo.

Sempre la mia amica G., mi fa sapere di essere al parco invece che in palestra. Così mi viene la strana ed insolita idea di raggiungerla e fare un giro in rollerblade! Che è attività fisica, e associare le mie idee all’attività fisica è un qualcosa al limite del fantascientifico. Capirete dunque, che non potevo certo ignorare la cosa!

Così niente bagno pulito, niente capelli puliti.

E va bene così dai! Tanto sono abituata a sprogrammare e riprogrammare la mia vita, che non segue mai la linea che avevo tracciato!

In fondo i fuori programma sono il bello della vita. E questa è stata decisamente una bella giornata!

Ah. Una cosa del mio programma è stata rispettata! La lezione di improvvisazione teatrale. L’unica costante, l’unico impegno che non sprogrammerei mai!

Ma si può dire sprogrammare? Verificherò!

La verità è che non gli piaci abbastanza.

Oggi, la mia amica C. mi racconta della serata fallimentare trascorsa il giorno prima, e di come il “lui” in questione (se c’è una serata fallimentare, da qualche parte ci deve essere anche un lui!) sia completamente scomparso dai radar. Dopo di che mi chiede: “che faccio gli scrivo io?”.

Solitamente la mia politica a riguardo è: non esistono regole né tattiche. Hai voglia di scrivere a qualcuno, fallo senza pensarci troppo.

La situazione attuale però, mi sembrava richiedesse a gran voce misure straordinarie. E dopo un’analisi dettagliata dei rapporti intercorsi tra i due, mi ritrovo a rafforzare la mia tesi “non è il caso di contattarlo”, dicendo: – ma non l’hai mai visto il film “La Verità è che NON gli piaci abbastanza” ?

Da questa frase si delinea il nostro programma per il venerdì sera. Divano, film e cibo spazzatura ( solo per lei, io ho una miniatura del mio nutrizionista sulla spalla che mi spinge a fare la cosa giusta!).

Inizia il film, e mi sento particolarmente fiera delle massime che vengono fuori dalla boccuccia di Justing Long. Poi ad un certo punto, guardando la pellicola per la prima volta dal punto di vista didattico, mi rendo conto che fa più danno che altro!

Ma io dico, una inizia a guardare il film, ritrova nei primi 100 minuti tutto il bello della realtà, si sente anche meno sola perché insomma, se non riesce a farsi sposare Jennifer Aniston o a trovare un uomo decente Drew Berrymore tu non sei poi messa tanto male! E negli ultimi 20 minuti, viene tutto distrutto dal lieto fine buttato a destra e a manca? Bisogna essere seriamente disturbati per fare una cosa del genere! La prossima volta scegliamo quanto meno un titolo più adeguato tipo “E vissero tutti felici e contenti” oppure ” Attenzione, ricordati che è una commedia romantica”.

Insomma, alla fine mi sento di salvare solo la storia di Jennifer Connely, che per lo meno ha capito di poter vivere anche senza un uomo! Giusto per una spinta di femminismo personale.

Ah. La mia amica C. ha scritto a “lui”, ma di questo non posso incolpare il film. Quando l’ha fatto non avevamo ancora neppure il televisore acceso.